Guida all’acquisto ed al consumo dei frutti di mare

Pubblicato dall’Osservatorio Regionale Sicurezza Alimentare della Campania un valido opuscolo Guida all’acquisto e al consumo di frutti di mare.

Come consumare i frutti di mare?

È consigliabile cuocere sempre i frutti di mare e non consumarli crudi.
Alcuni microrganismi pericolosi per l’uomo potrebbero accidentalmente essere presenti anche nei frutti di mare raccolti in acque sottoposte a controllo.
Nessuna garanzia per la salute del consumatore è offerta per i frutti di mare raccolti in aree non sottoposte a controllo.
La cottura deve essere completa per distruggere eventuali microrganismi.
Basti ricordare che taluni virus come quello dell’epatite A si inattivano solo dopo almeno tre minuti a temperatura di ebollizione. L’apertura delle conchiglie dei frutti di mare ad esempio avviene già a soli 70° C ed è evidente che tale temperatura non è sufficiente per distruggere il virus
dell’epatite A che accidentalmente potrebbe essere presente nella polpa.

Come devono essere conservati i frutti di mare dopo l’acquisto?
I frutti di mare, che di solito vivono negli specchi  d’acqua a temperature di circa 8° – 25° C, soffrono le basse temperature per cui tendono ad aprirsi, perdendo l’acqua contenuta nella conchiglia che gli consente di mantenersi in vita per alcuni giorni. Pertanto in ambiente domestico, i frutti di mare devono essere conservati per pochi giorni in frigorifero, ma mantenuti chiusi,
utilizzando o la confezione originale o qualsiasi altro sistema, come un panno pulito bagnato, tenuto stretto per evitare che si aprano le conchiglie.
I frutti di mare morti presentano le conchiglie aperte, socchiuse e non reagiscono ad alcuno stimolo. I frutti di mare morti possono contenere cariche microbiche elevatissime anche molto tempo prima che si manifestino gli odori della putrefazione. Per la sicurezza alimentare al consumatore non è perciò sufficiente assicurarsi che i frutti di mare non presentino odori sgradevoli. Per questo motivo la cottura deve essere completa e prolungata per far raggiungere in tutte le parti del corpo la temperatura in grado di distruggere i microrganismi accidentalmente presenti.

Il succo di limone e l’aceto, al contrario delle credenze popolari, non hanno alcuna efficacia antimicrobica.

Fonte: http://www.orsacampania.it/wp-content/uploads/2009/12/Brochure-molluschi.pdf

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